SESTA PUNTATA

All’interno la casa sembra riservare ancora più sorprese: mentre educatamente aspettiamo in piedi all’ingresso, la nostra ospite fa il giro delle varie stanze, è apparentemente molto indaffarata ma non esce mai dalla stessa porta da cui entra il che non ci permette di avere un’idea precisa di come sia fatto questo posto. L’unica cosa certa è la scala di legno di fronte a noi, porta al piano di sopra ma a metà la vista è interrotta da una lunga tenda di velluto rosso che pende dal soffitto e che ci impedisce di capire dove vadano a finire quegli scalini.
Su ogni muro c’è della carta da parati un po’ rovinata e quasi del tutto ricoperta di cornici dorate che contengono vecchie foto sbiadite, filtra poca luce perché le poche finestre che riesco a scorgere sono coperte di pesanti tende scure.
Verrebbe voglia di esplorare questo posto da cima a fondo ma, ora che ci penso, verrebbe anche voglia di darsela a gambe levate e tornare in un posto che sia meno inquietante.
Troppo tardi, di nuovo.
“Seconda porta a destra, entrate pure e sedetevi. Il dottore sarà subito da voi.”
La dolce vecchietta fa cenno di sbrigarci, deve aver notato la nostra poca voglia di procedere.
La porta a vetri che apriamo ci introduce finalmente alla stanza del medico: è uno studio enorme e molto disordinato, ci sono libri ovunque, non solo sugli scaffali delle librerie e sulle mensole sbilenche ma formano anche delle torri che partono da terra e traballano ad ogni nostro passo. La scrivania, almeno credo che quella sia la scrivania, è interamente ricoperta di carte, u.f.o. vari (non riesco ad identificare tutto), due telefoni, una tastiera (e il computer dov’è?) e varie paia di occhiali.
Non sappiamo bene dove sederci perché anche le sedie sono occupate da libri e riviste e, con mio grande conforto noto che anche il lettino, su cui presumibilmente dovrei essere visitata, è sotterrato sotto varie pile di tomi.
“E ora? Cosa facciamo?Da dove cominciamo?”
Mi interroga il Mio Ometto.
“Dalla scrivania? Tu sbaracchi e io spolvero?”gli rispondo seria seria.
“Se almeno potessimo sederci!”
E, infatti, possiamo:
“Buttate tutto per terra e accomodatevi pure! Eccomi, scusate il ritardo. Piacere, sono il Dott. Tarlo”
“Salve, buongiorno, beh ecco..ops..scusi ha detto per terra? È sicuro? C’è una cartella clinica qua…anche quella? Ah va bene, come vuole. Sì grazie, siamo a posto”
Il mio dottore è un uomo alto, brizzolato e con un bel sorriso: assomiglia un po’ ad Henry Fonda adesso che ci penso anche se ha quell’aria da scienziato pazzo con gli occhiali sulle ventitré e i capelli scompigliati, tutto sommato mi ispira fiducia, almeno per ora.
Mi porge la mano e io gliela stringo: è una mano ruvida, callosa, sembra quella di un artigiano, non certo di un accademico.
“Allora, da dove vogliamo cominciare? Non mi dia i referti medici, no no, non so che farmene. Parli con me, mi racconti tutto, con parole sue.”
Oddio non vuole i referti, devo usare parole mie e ora come faccio? Non mi sono preparata, non ho studiato, non mi ricordo niente, nemmeno perché siamo qua!
“Ecco io, non saprei, insomma, cioè, vede è che…mi hanno bloccato le tapparelle e io non riuscivo ad alzarle e poi hanno costruito più scalini e le bottiglie d’acqua, ecco, finiamo per prendere sempre quelle che non si aprono e poi mi cade la testa nel piatto e devo fare i minipisoli. Ecco.”
L’ho detto tutto d’un fiato, sono riuscita a dire tutto quello che non volevo dire esattamente nel modo in cui non lo volevo dire.
Non ho coraggio di voltarmi e guardare il mio indispettito Compagno Adulto che di sicuro si starà vergognando di me ma mi sento addosso i suoi occhi pieni di delusione: cosa ho combinato?

Ho immaginato, allora, di guardare diritto di fronte a me senza avere paura delle conseguenze ed ho immaginato un estraneo che, al di là della scrivania, mi sorrideva e, facendo sì con la testa, mi diceva: “Ho capito, mi creda, ho capito tutto.”

6 commenti:

ehi ehi ehi sono 8 giorni che non scrivi ci vuole una nuova puntata, per lo meno chiarificatrice eh!

15 luglio, 2009  

non so quanto sia chiarificatrice ma di sicuro è una nuova puntata.

mi sa che ci vorrà un po' di tempo prima di capirci qualcosa, semmai ci interessi sul serio capirci qualcosa...

grazie per il commento!!!

15 luglio, 2009  

oh si che interessa
perchè se poi non chiudi il cerchio
perdi tutti gli anelli della catena e tanto valeva non iniziarla eh ;)

Comunque se da qualche parte pubblichi la tua email (meglio non in chiaro nel blog o ti riempi di spam) potrò anche "contattarti" per commenti chiarificatori ahahah

15 luglio, 2009  

nel mio profilo c'è l'e-mail, attendo i commenti!!!

La Zia

15 luglio, 2009  

Cara zia, durante il viaggietto in macchina hai stilato un elenco di vari sintomi di stampo realisticamente "adulto"... mi dici che fine ha fatto questa lista?... Sarà stata la casa del dottore a sconbusolarti le idee?... sarà stata la paura d'incontrarlo?... sarà stata la puara di ciò che avrebbe potuto dirti?... qualcosa sarà stato...
lucie

20 luglio, 2009  

secondo me di adulto nella Zia c'era solo quella lista e mi sa che se l'è cavata egregiamente anche senza. o no?

20 luglio, 2009  

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