DICIOTTESIMA PUNTATA

Ho male e così mi tocca farmi i solchi nelle mani stringendo i pugni e anche stavolta ho dimenticato di limarmi per bene le unghie.
Me ne scordo quasi sempre, soprattutto quando devo andare a fare esami dolorosi e ogni tanto anche un prelievo di sangue è un problema: sono una di quelle persone, ce ne sono tante, a cui le infermiere non trovano le vene e che quindi, ad ogni tentativo di buco, deve tenere i pugni stretti e, possibilmente, mordersi le labbra evitando inopportune bestemmie.
Dovendo fare prelievi ogni due settimane ho conosciuto una gran varietà di personale infermieristico e si sa che ogni individuo è una realtà a sé ma tutti si possono riunire sotto un grande comune denominatore che si esplica nella minacciosa frase:

Gliela trovo ben io la vena!
Le mie proteste e i miei suggerimenti risultano sempre invani e cadono nell’oblìo: io lo so che finirò per avere il braccio tatuato di ematomi e che l’ultima spiaggia è sempre il doloroso dorso della mano, ma nessuno mi ascolta e invece tutti si sentono dei prodi Re Artù che, nel paese dei contrari, lottano per rificcare la spada dentro la roccia.
E io li lascio fare, così, quando l’ago è finalmente nella vena che avevo indicato io mezz’ora prima, stremata dal dolore mi congratulo per l’ottimo lavoro riuscito in breve tempo; questo perché ho imparato una cosa molto importante: un infermiere armato di siringa e con l’orgoglio ferito è davvero, davvero, molto pericoloso.

Così, quando l'entomologo mi ha suggerito, con quel suo modo subdolo ("Veda lei…"), di cercare un gruppo di supporto psicologico che mi aiutasse a superare il trauma della diagnosi, ad affrontare la malattia e a tollerare la trafila diagnostica, io mi sono data da fare perché sono ubbidiente (leggi: vigliacca) e mi fido di lui (leggi: vigliacca).
Durante la ricerca ho incontrato varie opportunità e ho dovuto fare delle scelte.

Ho cercato di capire i miei limiti e fino a dove potevo spingermi.

Alcuni esempi:

1)Gruppo di supporto per malati cronici :“Accetta l’animale che è in te”
In un certo senso è corretto ma è l’imperativo di accettare che non mi soddisfa: io non sono ancora pronta.

2)Associazione onlus : “Insetto lui, Insetto io, Insetti noi”
Sì ok, potrebbe anche andare...ma no: insetti sarete voi! Io sono solo, momentaneamente, indisposta.

3)Circolo di patchwork: “U.C.T.D. : Un consiglio ti do.”
Non so bene cosa c’entri il patchwork ma dal nome direi che è gente realista e tanto, tanto paziente.


Ora devo solo scoprire dove sono e come arrivarci ma per oggi ho fatto pure troppo, magari ci penso domani.
Tanto ho tutta la vita davanti, no?

3 commenti:

i primi due gruppi hanno un titolo improponibile, roba da serie tv americana.Il primo, poi, fa tanto: ricognizione del lato oscuro che è in noi.
Il terzo, boh, quell' "un consiglio ti do" sembra essere un avvertimento, tipo: ti do il primo consiglio poi ti arrangi per il secondo, il terzo e il quarto.
Ce ne vorrebbe assolutamente un quarto.
Avanti tutta, cara Zia, noi della piccionaia tifiamo te stile ultras. Molto presto segnerai un goal e io sarò lì a urlare come una pazza!

18 settembre, 2009  

Nua!!!
Hai ragione su tutta la linea!
Facciamo così: proviamo col patchwork (ma tu ne sai qualcosa di patchwork???) e vediamo come va...

La Zia che sperimenta

26 settembre, 2009  

Ok, proviamo, però non ne so niente di 'sta cosa. Imparerò con te, leggendoti.
un bacione

27 settembre, 2009  

Post più recente Post più vecchio Home page

Blogger Template by Blogcrowds